Il raku - Radici nel fiume

                     
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Storia del raku            
La tecnica raku è stata reintrodotta recentemente nel mondo occidentale rifacendosi all’antica tecnica Giapponese: il pezzo veniva smaltato e cotto durante la cerimonia del te, e le ciotole venivano quindi utilizzate dai partecipanti alla cerimonia stessa. Si lega quindi alla filosofia scintoista e zen della cultura giapponese dove la natura e il rituale ha un enorme significato; gli elementi naturali di terra, aria, fuoco e acqua richiamati dal procedimento raku stesso sono strettamente legati al rituale della filosofia zen.
                     
L’effetto e la singolarità dell’estrazione dell’oggetto incandescente dal fuoco, danno emozioni e suggestioni davvero straordinarie che facilmente permettono di creare un’atmosfera ricca e profonda al rituale stesso, dando forma a una cerimonia unica e irripetibile come i pezzi stessi della ceramica raku. In occasione di alcune ricerche, è stato notato che i lustri metallici, che resero così famosa una particolare produzione di maioliche italiane del Rinascimento, sono ottenuti oggi dai ceramisti statunitensi e inglesi, utilizzando una antica tecnica giapponese che risale al XVI secolo, dopo averne modificato alcune operazioni; si ottengono così lustri bellissimi e risultati completamente diversi da quelli dei maestri del raku tradizionale giapponese.
                     
Alla base dei lustri ottenuti dai vasai italiani del Rinascimento vi era un’attenta preparazione da alchimista dei colori, e un controllo preciso della condotta del fuoco e quindi nel momento esatto in cui bisognava intervenire per provocare un’atmosfera riducente all’interno del forno stesso, atta a sviluppare i lustri sulla superficie smaltata del vaso. Radici nel fiume - il raku
                     
Diversamente, in Giappone il pezzo si estrae dal forno e lo si adagia sul suo letto di foglie, paglia, segatura, ricoprendolo . Questo passaggio permette allo smalto di prendere effetti in parte metallici (dove la riduzione è avvenuta immediatamente), e in parte mantenendo la sua colorazione originale, ma non uniforme, dove lo smalto ha subito la riduzione in un frangente successivo. Questa operazione che non può essere prevista rende l’oggetto ancor più interessante proprio per la casualità in cui avviene la riduzione dello smalto utilizzato: per noi artisti è sicuramente ciò che ci permette di creare opere irripetibili e uniche, e ogni volta che si apre il forno è una vera scommessa.
                     
Il simbolo del raku significa godimento, soddisfazione, gioia, liberazione; sentimenti che l’artista raku ha in se prima, durante e dopo l’operazione di estrazione dell’oggetto.
                     
                     
La tecnica raku              
La tecnica raku permette di ottenere dei meravigliosi lustri metallici mediante una serie di operazioni violente, cioè estraendo dal forno gli oggetti ancora incandescenti e provocando, con una serie di interventi – la riduzione – per sviluppare i lustri metallici sulla superficie dell’oggetto. Tutte le operazioni di estrazione e riduzione vengono effettuate molto velocemente e spesso inventate di volta in volta.
Da quanto detto, si capisce bene che il risultato ottenuto sulla superficie del pezzo è sempre diverso in quanto l’artista controlla solo in parte il processo che risulta essere guidato soprattutto dagli elementi integranti della tecnica raku. 
      
                     
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