I datteri dell'oasi di Siwa


    Datteri dell'oasi di Siwa

Appena arrivati dall'oasi di Siwa, i datteri sono disponibili con l’inconfondibile sapore della varietà Siwi, cultivar autoctona dalla polpa semi secca e particolarmente indicata per l’essiccazione naturale in forno.

 
   
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I datteri di Siwa non contengono anidride solforosa, paraffina e glucosio.

 

Nel presidio Slow Food dell’oasi egiziana, la coltivazione e raccolta dei frutti sono affidate a piccoli produttori appartenenti a tredici villaggi, con il supporto di Siwa Community Development Environmental Conservation (SCDEC), organizzazione che, nel corso degli anni, ha avviato anche progetti di micro-credito, alfabetizzazione informatica e consulenza commerciale finalizzata all’export. 

I datteri sono importati e distribuiti in Italia dalla cooperativa Scambi Sostenibili di Palermo.

Disponibili nella tradizionale confezione ottagonale da 450 grammi e nella nuova scatola da 16 pezzi.

             
             
                     
Il progetto e la filiera        
Situata nella parte nella parte nord-occidentale del paese (formata dal lembo egiziano del deserto libico) Siwa è una bellissima oasi famosa per la sua antica storia e abitata in gran parte da una popolazione di origine berbera. A Siwa si producono datteri eccellenti e dal sapore inconfondibile, ottenuti da palme coltivate con metodi naturali e in consociazione con altre specie vegetali, fra cui l’olivo.
 
oasi di Siwa
 
 
 
 
 
 
 
 
                     
Nell’oasi sono presenti numerose varietà di datteri, utilizzate per il consumo fresco immediato oppure adatte per essere trasportate e commercializzate in altri territori. Oltre 300.000 palme da dattero crescono su una superficie di circa 5000 ettari. Le cultivar più importanti sono la Siwi, la Frehi e la Azzawi, cui si aggiungono le due più antiche Ghazaal e Taktakt.
                     
 
 
Le palme iniziano a fruttificare intorno al decimo anno di vita e presentano un ciclo di produzione di circa quindici anni. Ogni pianta fornisce mediamente 50 kg di datteri all’anno, mentre la raccolta, manuale, viene effettuata mediante l’utilizzo di cinture in fibra di palma che consentono l’arrampicata sui tronchi delle piante.
                     

L’essiccazione dei frutti avviene in forni artigianali tenuti costantemente a 70°C. I datteri sono utilizzati nella preparazione di alcuni saporiti piatti locali, come l’elhuji (preparato con uova, olio di oliva e datteri) e il tarfant (pane, olio di oliva e datteri). Durante il mese del Ramadan i datteri, consumati la sera, rompono il digiuno quotidiano.

                     
La coltivazione e la  commercializzazione dei datteri equosolidali dell’oasi sono gestite dalla Siwa Community Development Environmental Conservation (SCDEC), organizzazione che coordina il lavoro di numerosi coltivatori appartenenti a tredici differenti villaggi.
Nel 2006 la Fondazione Slow Food, insieme a SCDEC e le organizzazioni di commercio equo italiane Macondo e Scambi Sostenibili di Palermo, ha creato il Presidio dei datteri di Siwa, volto alla salvaguardia e al recupero di alcune antiche varietà di palma da dattero in via di estinzione.
 
Datteri dell’oasi di Siwa
L’organizzazione locale SCEDC sostiene attivamente lo sviluppo delle comunità di contadini dell’oasi, tramite progetti di micro-credito, educazione/alfabetizzazione informatica, assistenza tecnica e commercializzazione.
 

I datteri di Siwa sono importati e distribuiti in Italia dalla Cooperativa Scambi Sostenibili di Palermo, nell’ambito del Progetto Soledad.

                     
 
                     
                     
                     
                     
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